Più doppiette per tutti

Promiseland -

Ma lo sapevate che parlar male dei cacciatori d´ora in poi sarà come offendere le istituzioni? Secondo il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, è fatta da \”italiani più italiani degli altri\” questa categoria, finora guardata con comprensibile diffidenza da chi rispetta gli animali o più banalmente ama passeggiare per boschi e campagne senza sentirsi […]

Ma lo sapevate che parlar male dei cacciatori d´ora in poi sarà come offendere le istituzioni? Secondo il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, è fatta da \”italiani più italiani degli altri\” questa categoria, finora guardata con comprensibile diffidenza da chi rispetta gli animali o più banalmente ama passeggiare per boschi e campagne senza sentirsi fischiare le pallottole nelle orecchie.
Alemanno è infatti deciso a regalare una nuova legge, ovviamente ben più permissiva di quella che c´è oggi all´esercito delle doppiette, una delle lobby più blandite e corteggiate dal centro-destra. Da qualche tempo i nostri cacciatori non sono più un gruppo sociale declinante, ultrasessantenni scesi dal milione e mezzo del 1990 agli 800 mila di dieci anni dopo. Non solo la tendenza si è invertita, con 4 mila nuove licenze ottenute l´anno scorso. \”Anche se molti non se ne sono accorti, c´è ormai accanto alla vecchia guardia un cacciatore di tipo diverso, più giovane e colto, che frequenta i nuovi agriturismi per la caccia, che ha una visione scientifica di questo grande sport\”, si entusiasma Fausto Prosperini, presidente di quella macchina da guerra che è la Federcaccia, 430 mila iscritti divisi in più di 7 mila sezioni sparse sul territorio, una forza che nessun partito italiano può vantare.
\”Tra i fiori all´occhiello di Federcaccia ci sono anche i primi gruppi al femminile, come le cacciatrici di Vicenza coordinate da Caterina Marigo, una ragazza di 27 anni che appena può corre con le amiche a sparare passeri, lepri e fagiani, \”sempre troppo pochi perché la selvaggina è scarsa e le zone di rispetto troppo estese\”.
Non mancano, in questo potente apparato, nemmeno i veterinari, come Alessandro Salvelli di Bussolengo, che nei giorni feriali cura scrupolosamente le bestie malate e in quelli festivi ne centra altre con la sua doppietta, convinto che \”non c´è nessuna controindicazione ad andare a caccia di fagiani e di starne, fa parte della vita\”.
Per i cacciatori, non importa se vecchi o nuovi, le uniche controindicazioni sono quelle che, in base a una legge del ´92 giudicata in tutta Europa un modello di equilibrio, mettono paletti alla strage che secondo il dossier Lav 2003 ogni anno fra settembre e febbraio costa la vita a 100 milioni di animali piccoli e grandi. Dietro la facciata moderna, circola infatti nell´esercito delle doppiette un neoradicalismo che è stato coltivato dalle associazioni più estremiste, come i vari gruppi locali raccolti nella Confavi e forti in Umbria e in Toscana, le due Regioni a più alto tasso di cacciatori, ma anche in Sardegna, in Lombardia e in Veneto.
Secondo una filosofia che va avanti sia pure in forme più attenuate anche in Paesi del nord Europa come la Danimarca, il recupero di vecchi usi e tradizioni locali, anche i più crudeli, deve prevalere su un generico protezionismo, e i diritti dei cacciatori prevalere su tutto il resto. C´è nel nostro Parlamento un campionario impressionante di proposte di legge che spaziano dalla autorizzazione a cacciare nei parchi naturali alla licenza di usare i pallettoni e di sparare dalle auto in corsa. Quasi tutte sono state presentate da parlamentari del Polo. Una viene, sia pure a titolo personale dalla cossuttiana Katia Bellillo, già campionessa di kick-boxing e nota per aver aggredito fisicamente in diretta tv Alessandra Mussolini. Questa volta, forse per compiacere i molti cacciatori del suo collegio elettorale di Orvieto, ha teso una mano al centro-destra, proponendo diversi tipi di liberalizzazione.
C´è in giro un settarismo che fa impressione e che ci ha spinto a schierarci con gli ambientalisti rompendo con le altre associazioni\”, racconta preoccupato Osvaldo Veneziani, il capofila dell´ala sinistra del mondo venatorio, Arcicaccia. Secondo Veneziani alcune di queste organizzazioni sono diventate fra l´altro vere e proprie macchine di propaganda per i candidati del Polo alle elezioni amministrative. È successo per esempio a Brescia, a favore della candidata sindaco di An Viviana Beccalossi. Ed è successo in Veneto, patria di quel ras della caccia fondamentalista che è il vicentino Sergio Berlato, uno sfegatato cacciatore che tempo fa aveva cercato di mettere in piedi un vero e proprio partito della caccia. Passato poi ad An come assessore regionale veneto, era riuscito a far approvare una delibera che liberalizzava la caccia ai fringuelli e alle peppole, dopo decenni di protezione. Abituato a presentarsi in consiglio regionale in tuta mimetica e anfibi, spesso scortato da gruppetti di fedelissimi, Berlato era poi stato mandato da An al Parlamento europeo. Con il Polo impegnato a smantellare tutto quel che attiene alla tutela dell´ambiente, deve essere sembrato al ministro Alemanno il consigliere ideale per le questioni della caccia, e dal suo punto di vista non si può dire che il ministro dell´Agricoltura abbia sbagliato uomo.
Proprio alla vigilia delle amministrative, Berlato ha chiamato a raccolta nelle sontuose sale del Palazzo Ducale di Venezia gli stati generali del mondo venatorio e ambientale, per far passare l´idea che la caccia vada ormai considerata come un´attività meritoria, una specie di San Vincenzo dell´ambiente. Ovviamente le associazioni come il Wwf a Legambiente si sono rifiutate di partecipare alla parata (\”I cacciatori amano l´ambiente come i violentatori amano il sesso\”, ha osservato qualcuno). E hanno organizzato in gran fretta una contromanifestazione, dove studiosi di fama come Danilo Mainardi e Bruno Massa hanno lanciato l´allarme sui rischi che sta correndo la fauna italiana.
Sergio Berlato non si è fatto certo scoraggiare. In veste di ambientalista era stato chiamato a Venezia nientemeno che uno dei maggiori produttori italiani di cartucce, Piero Fiocchi, che a nome di un Comitato nazionale caccia e natura è andato a tessere le lodi della libera doppietta e del giro di affari che la caccia porta con sé.
Ed è appunto a Venezia che il ministro Alemanno ha dato la botta finale all´attuale legge sulla caccia, annunciando che sta per presentare al Consiglio dei ministri una nuova proposta per riordinare da cima a fondo la materia. Fra i punti principali c´è una delega quasi completa alle Regioni, in applicazione del titolo Quinto della Costituzione, con l´idea che ogni Regione potrà poi farsi le sue leggi in deroga, cioè stabilire norme più elastiche. \”Decine e decine di specie, soprattutto fra gli uccelli migratori, diventeranno a rischio\”, dicono allarmati al Wwf. E intanto si preannuncia la depenalizzazione del bracconaggio, che da reato penale diventerà in molti casi un illecito amministrativo, più o meno come una sosta vietata.
Il coniglio dal cappello è comunque quello della ´selezione´, cioè dell´abbattimento di animali nocivi all´agricoltura, dai corvi ai cinghiali, dai tordi fino ai passeri e ai cervi. In qualunque momento dell´anno si potrà decidere che vadano decimati: facendo così diventare realtà il vecchio sogno proibito della caccia continua.

Testo di Chiara Valentini

Tratto da: L’Espresso 29 maggio 2003


Ripreso da: Sicilia Animalista

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.

Scarica gratuitamente il nostro magazine